Sabato 17 settembre 2022, nella sala “Giovanni Paolo II” del Palazzo arcivescovile di Agrigento – promosso dall’Ufficio di Pastorale Sociale e dal Centro per la Cultura e la Comunicazione dell’Arcidiocesi di Agrigento – è stato presentato, ai cittadini e ai candidati al parlamento siciliano e nazionale il documento dei vescovi siciliani, in vista delle elezioni del 25 settembre. (leggi qui)
Dopo il saluto del direttore dell’ufficio di Pastorale Sociale don Mario Sorce è stato il prof. Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio di Pastorale per la Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo, ad illustrare ai presenti, il documento. Alla presentazione è seguito un dibattito con i candidati ed i cittadini presenti, coordinato da Salvatore Pezzino. Ha concluso i lavori l’arcivescovo di Agrigento Mons. Alessandro Damiano (vai).
Il prof. Giuseppe Savagnone, in apertura del suo intervento, ha notato la discontinuità del messaggio dei Vescovi in occasione delle prossime elezioni, da tutti quelli che lo hanno preceduto. “Credo di avere capito – ha detto – che l’intento dei vescovi si siciliani è stato quello, invece di attaccare la classe politica, di cercare di sottolineare in positivo delle prospettive”. Per il prof. Savagnone si è passati da una fase di “profezia critica” nei confronti della classe politica a voler parlare anche ai cittadini perché, ha detto, forse il grande problema della Sicilia più che i rappresentanti sono i rappresentati. La democrazia dipende dal popolo e la classe politica è lo specchio di un popolo. Non a caso – ha proseguito – il primo punto che i vescovi evidenziano è la necessità di una partecipazione attiva e una interazione tra la classe politica e i cittadini. Senza questa la classe politica, rimane una casta. Secondo il professore il cittadino non sente più come interesse primario quello di partecipare al momento elettorale perché non si sente rappresentato. Il grande problema, per il prof. Savagnone è che c’è una crisi culturale così profonda che oggi è diventato difficile parlare di bene comune. Non c’è più il concetto di bene comune, esistono interessi, più o meno di parte. Per Savagnone, inoltre, il grande protagonista della società oggi è il singolo, si parla tanto di diritti e mai di responsabilità. Nessuno – ha proseguito – dice che quello che io faccio ricade su tutti gli altri, che la mia libertà è sempre in connessione di responsabilità con quella degli altri.
Per il prof.Savagnone – come ha anche di recente scritto nel suo blog (vedi) – oggi “siamo davanti a una visione etica del sociale fondata su una affermazione rivendicativa di diritti individuali che, nel tentativo di sanare alcune effettive disparità, finisce per trascurare altri pur irrinunciabili valori costitutivi del bene comune, come la tutela della vita nascente e della famiglia”. Così – scrive – mentre si registra la scomparsa dei cattolici a livello dei partiti che, alla vigilia di queste elezioni, si confrontano sulla scena politica, rimane il loro obbligo, in quanto cittadini, di esprimere il proprio voto verso l’uno o l’altro di essi, il 25 settembre prossimo. E questo li mette, oggettivamente, in una situazione estremamente problematica. Perché in realtà nessuna delle alternative in gioco sembra corrispondere alla visione della persona e della società proposta dalla Chiesa e, prima ancora, dal Vangelo”
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