i cappellani degli ospedali che ricadono nel territorio dell’Arcidiocesi di Agrigento, don Salvatore Cardella (Licata) don Nino Campiciano (Sciacca), don Mario Di Nolfo (Ribera), don Gioacchino Scimè (Canicattì) e don Saverio Pittitteri (Agrigento), nei giorni scorsi, si sono incontrati per condividere quanto hanno vissuto nell’ultimo periodo segnato dalla pandemia. Essi rinnovano il loro impegno ed estendono l’invito – ai confratelli ed in particolare a tutti coloro che si occupano di persone segnate dalla malattia – ad essere disponibili ad ascoltare, accompagnare e aiutare quanti stanno soffrendo anche per l’emergenza sanitaria in corso che porta con sé conseguenze personali, familiari, sociali che sovente si aggiungono al dolore fisico o alla malattia. Attraverso le colonne del nostro settimanale affidano il loro ministero alla preghiera della comunità ecclesiale perché il Signore possa loro ispirare nuovi modi di manifestare l’amore misericordioso e compassionevole di Dio attraverso il servizio che rendono negli ospedali.
Intrattenendomi con loro, unanime è stata la loro voglia di continuare ad esserci non solo per i malati ma anche per gli operatori sanitari, infermieri, medici che sovente – mi confidano – trovano in loro un amico con cui parlare, anche sfogarsi davanti ad un dramma inedito, come l’emergenza sanitaria dei mesi scorsi, dinnanzi al quale si sono sentiti impotenti. È stato altresì bello sentire dalla loro voce come, in mezzo a tanta sofferenza e difficoltà inedite, hanno colto la presenza di Dio nelle corsie degli ospedali nei tantissimi gesti di quotidiana dedizione professionale di medici, infermieri operatori, che rischiano non poco per assistere i degenti.