È stato firmato il 13 agosto 2024, presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Agrigento, l’atto di concessione di un suolo cimiteriale per l’istituzione di un cimitero islamico nel comune di Palma di Montechiaro. L’area sarà stralciata dall’ampliamento del cimitero comunale. “La destinazione d’uso concessa – si legge nell’atto – è quella relativa ai cimiteri comunali in applicazione del Regolamento di Polizia Mortuaria ex D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e comunque secondo gli usi e le forme riconosciute alle comunità islamiche”. L’area in argomento, inoltre, è concessa per un periodo di 99 anni a partire dalla sottoscrizione dell’atto. Il rappresentante della comunità islamica – si legge ancora nell’atto – si impegna “ad effettuare tutti i lavori occorrenti e ritenuti necessari dalle norme sanitarie e da quelle imposte dagli Enti sovraordinati, per i quali si dovrà presentare preventivamente un progetto al comune, secondo quanto prescritto dalle norme in materia edilizia o di LL.PP.; ad effettuare tutti i lavori di recinzione e di accesso, ivi compresi i cancelli interni, per i quali si dovrà presentare preventivamente un progetto al comune, secondo quanto prescritto dalle norme in materia edilizia o di LL.PP.;
Le tumulazioni e la movimentazione di salme con tutte le generalità, dovranno essere trasmesse anche agli uffici comunali per la formazione di una anagrafe storica”.
In calce all’atto la firma del prefetto, Filippo Romano, del sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino e di tre rappresentanti della comunità islamica del territorio agrigentino. Un atto che tutela i diritti umani, tra cui quello di culto è fondamentale e deve essere riconosciuto alle persone in quanto tali. Tuttavia, l’occasione meritava, a mio avviso, un supplemento di riflessione antropologica, culturale e religiosa perché la sepoltura dei morti è una delle più antiche usanze dell’umanità e ciascuno ha maturato le sue modalità e creato i suoi luoghi e spazi della memoria personale ma anche comunitaria, luoghi di affetti profondi dove sostare per ricordare ed elevare una preghiera sulla sepoltura dei propri cari, portare un fiore, accendere un lumino.
Basta visitare uno dei nostri cimiteri per renderci conto come essi siano considerati luoghi della memoria, “terra santa”, “camposanto” appunto. I nostri cimiteri, poi abbondano di simbologia cristiana, anche se in un contesto secolarizzato si tende a dare sempre meno importanza al sacro; non è così, però, per chi proviene da un’altra società e cultura più legata alla fede e alle tradizioni rispetto alla nostra. I cristiani orientali, per esempio, sono legati a forme rituali a cui noi, sbrigativamente diamo una scarsa valenza.
Bene allora l’atto di concessione legale di una area dedicata, tuttavia, la sottoscrizione dell’atto meritava un supplemento “d’anima” e di conoscenza dell’islam nel nostro territorio.
L’atto firmato porta nel titolo” Concessione di un suolo cimiteriale per l’istituzione di un cimitero islamico”. Leggendolo mi sono chiesto: chi accerterà l’appartenenza alla fede islamica? Si tenga conto, per esempio, che già nei Paesi islamici sunniti e sciiti non condividono gli stessi cimiteri o spazi diversi all’interno di un cimitero. Lungi da me volere fare polemica ma l’autorità che concede l’area non può non porsi queste e altre domande che sembrano legati ad ambiti e competenza diversa, ma che in realtà sono come le facce di un’unica medaglia.
Ritengo altresì che la firma dell’atto potrebbe per il futuro – visto che il Prefetto non ha escluso che l’esempio di Palma possa essere fatto proprio da altri comuni della provincia – costituire un momento di incontro e conoscenza reciproca per imparare gli uni dagli altri rispettando le differenze e non trascurando il fatto che non pochi, anche nel nostro territorio, hanno acquisito la cittadinanza italiana e che ci sono anche italiani che si sono convertiti all’islam, così come va crescendo la seconda generazione d’immigrati musulmani che è nata e vive nella nostra terra anche se la legge non li riconosce cittadini italiani.
L’auspicio per il futuro è che la concessione di uno spazio cimiteriale possa essere non solo un adempimento burocratico ma occasione propizia per avviare percorsi di integrazione di conoscenza reciproca della cultura religiosa a partire dall’esperienza di “sorella morte corporale, dalla quale – come scriveva San Francesco – nessun uomo che vive può scappare”. Non tentarlo in altre realtà comunali della provincia, dove si riterrà opportuno concedere uno spazio cimiteriale, potrebbe essere una opportunità perduta per conoscersi e rispettarsi.