Si è tenuta questa mattina, 9 aprile, nella Cattedrale di Agrigento, la S. Messa in preparazione alla Pasqua per gli appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia dello Stato. A presiedere la Celebrazione eucaristica l’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, a concelebrare, il Cappellano Militare Capo della Guardia di Finanza mons. Mario Raneri, il Cappellano Militare dell’Arma dei Carabinieri Don Salvatore Falzone e il Cappellano della Polizia di Stato don Antonio Lalicata. Presenti alla celebrazione anche il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, il sindaco, Calogero Firetto, il Questore, Rossella Iraci, il Colonnello dei Carabinieri Giovanni Pellegrino, il Colonnello della Guardia di Finanza Pietro Maggio, il capitano di fregata Gennaro Fusco, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco e una nutrita rappresentanza delle Forze Armate e delle Forze di Polizia del territorio agrigentino.
L’Arcivescovo nell’omelia (vedi video) ha ricordato ai presenti come Pasqua “è la festa della gioia della risurrezione che vince la morte. Abbiamo bisogno della Pasqua – ha detto – per riprendere fiato Per riscoprire i colori della vita soprattutto per vivere con quella gioia e con quella speranza che il Signore ci dà. Quel giorno (venerdì santo) – ha proseguito – sembrava che la morte fosse riuscita a mettere per sempre una pietra sopra una tomba e a chiudervi dentro, Gesù, il Dio della vita. Non c’è riuscita… Il sepolcro è vuoto, Lui è risorto; ha sconfitto la morte per sempre”.
“Che significa – ha chiesto – fare Pasqua? Aprire le porte – ha detto – del nostro cuore perché Lui possa entrare. Aprire le porte dell’indifferenza, della paura, dell’egoismo, della corruzione e dell’orgoglio. La Pasqua – ha poi ricordato – è molto di più che una festa , è qualcosa che dovrebbe turbarci, essa chiede – ha proseguito – che noi cambiamo vita. La Pasqua o si accetta o si rifiuta non si tratta di vivere una giornata diversa dalle altre. Chi crede nella Pasqua – ha detto – non può accettare la tregua, non può cadere nei compromessi; sente la responsabilità della propria vita, perché il Signore risorto è speranza. Lui è risorto perché vuole un mondo nuovo, un mondo diverso. E lo affida a noi. Ecco la nostra Pasqua: un mondo dove la solidarietà è possibile, dove la giustizia è possibile. Chi ha ucciso Gesù pensava di metterlo in una tomba e di affossare i suoi progetti, ma non c’è riuscito. Lui è il crocifisso risorto e ci precede sempre. Ci dà appuntamento, ci invita a guardare lontano e in alto. In questa messa -ha detto don Franco – chiediamo al Signore di essere fedeli agli appuntamenti che egli ci da… Mentre vi dico grazie- ha ha concluso l’Arcivescovo- per il vostro impegno e per il vostro lavoro dico anche: Forza! Coraggio!” Ha poi concluso con un augurio, citando un proverbio africano. “Vi auguro di “ agganciare l’aratro ad una stella. È l’augurio – ha detto – che faccio a voi e a questa città. Se ognuno di noi – ha proseguito – prende una stella è vi aggancia l’aratro della sua vita, non solo smuovere la terra, ma riuscirà a tenere uniti, nel proprio cuore, il cielo e la terra, speranza e voglia”.
Prima delle benedizione finale e la foto di gruppo sul sagrato della Cattedrale, il Colonnello dei Carabinieri, Giovanni Pellegrino (vedi), in qualità di rappresentante del presidio militare che ha concretizzato questo appuntamento, su imput dei cappellani militari, ha ringraziato quanti hanno partecipato al Rito, autorità, i rappresentanti delle forze armate, dell’ordine, delle forze di soccorso anche in concedo, che hanno partecipati alla Messa. Un ringraziamento particolare lo ha riservato agli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Foderà” e dell’Istituto Comprensivo “Anna Frank” di Agrigento che hanno preso parte all’iniziativa; “loro – ha detto il Colonello Pellegrino ci fanno sentire l’affetto della cittadinanza soprattutto dei più giovani”.