Le realtà, civili ed ecclesiali del quartiere di Fontanelle della Città di Agrigento, animati dal comitato di Quartiere “Fontanelle Insieme”, hanno celebrato, domenica 23 maggio 2021, XXIX anniversario della strage di Capaci, dove nel 1992 persero la vita in un attentato mafioso il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. È stato un momento per ricordare le vittime uccise dalla mafia, con alcune proposte per trasmettere a bambini ed adulti, la cultura dell’antimafia, ricordando come legalità e giustizia siano valori di riferimento alla base di ogni attività. Per ricordare quell’evento, ma, soprattutto, per continuare a fare memoria nel segno della legalità e della giustizia. La Giornata ha ha preso avvio dall’“Albero di Falcone” nell’aiuola circolare di Via Pancamo, prospiciente la parrocchia S. Nicola, dove il 18 Maggio 1993 (giorno del suo compleanno) quando – nell’aiuola circolare di Via Pancamo, – fu piantato un albero in ricordo di Giovanni Falcone, ad un anno dal suo assassinio ( VEDI QUI ). L’occasione fu il Convegno “Ricordare per continuare con impegno”, organizzato dal “Centro donna Antigone”, presieduto da Ester Vedova – che non ha voluto mancare all’evento – al quale fu invitata a partecipare anche Maria Falcone, sorella del giudice. In ricordo di quella iniziativa è stata scoperta è stata installata una targa commemorativa in legno donata da Fabrizio Palermo, noto artigiano di Agrigento (guarda qui il video). Successivamente i presenti si sono recati al “Giardino della Legalità in Piazzetta Livatino di Fontanelle restituito di recente (Vedi qui) alla fruizione pubblica.
Dopo un minuto di silenzio alle 17.58 (ora della strage di Capace) in ricordo delle vittime ha avuto inizio un momento di cultura e testimonianza, a misura di bambino e non solo, con gli interventi, sollecitati anche dalle tante domande poste dai ragazzi , di Vito Lauricella, presidente del comitato di quartiere, il Sindaco Francesco Miccichè e l’assessore Marco Vullo, l’attore Salvatore Rancatore, la dott.ssa Elisa Vaccaro, capo di Gabinetto della Prefettura di Agrigento, Ester Vedova, già presidente del Centro Donna Antigone, Giuseppe Ciminnisi coordinatore nazionale dei familiari di vittime innocenti di mafia e il figlio di Michele Ciminnisi ucciso per errore dalla mafia il 29 settembre 1981. Giuseppe, allora era quattordicenne – ha raccontato ai presenti, piccoli e grandi, di questa ferità che dentro di se sanguina ancora, del suo impegno nel volere, con fermezza e determinazione, lottare per avere giustizia e contro una cultura invasiva e pervasiva che tenta di minimizzare se non depistare; racconta, inoltre, dell’incontro, lui ancora piccolo, con il Giudice Falcone del sostegno e della fiducia nelle istituzioni, in particolare della Prefettura, che ha sentito sempre vicini. (leggi qui la sua storia)

In piazza anche Giovanni Lo Iacono, abitante di Fontanelle, presidente della “cooperativa Rosario Livatino”, giovani agrigentini che dal 2012 coltivano terreni confiscati alla mafia proprio dal giudice Beato a metà degli anni ’80, che ha voluto donare a corredo del “Giardino della legalità” una stele proveniente da uno dei terreni, in contrada Gibbesi nel comune di Naro. (Leggi qui)
I vari interventi sono stati intercalati da momenti musicali di Martina Giunta, Gaetano Lauricella e Francesco Porretta. Presenti molti genitori, le catechiste della parrocchia S.Nicola, rappresentata da don Carmelo Petrone, che hanno sostenuto i loro ragazzi nella realizzazione e nella esposizione degli elaborati (disegni e frasi sui temi della giornata) che rimarranno in mostra per tutta la settimana nel “Giardino della Legalità”.
Un termine, in sintesi, ha accomunato i momenti “insieme” perché solo uniti e con l’ impegno di ciascuno (Istituzioni, Associazioni, cittadini) si può rendere migliore il territorio e la comunità che in esso vive ed opera nella legalità e nel rispetto. (L.F.)